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giovedì 2 novembre 2023

Carmine Mangone




LA RIVOLUZIONE ANTI SEMIOTICA 

DI 

CARMINE MANGONE

 “Non ho mai avuto un alfabeto tranquillo, servile,
   le pagine le giravo sempre con il fuoco.”

Nessuno meglio di questo verso, di Claudio Lolli, credo sarebbe in grado di descrivere la poesia di Carmine Mangone, a mio modesto parere uno dei più grandi poeti viventi. “Incastrato tra fuoco e lacrime” è un capolavoro di lotta e resistenza, una silloge solitaria volta a schiantarsi contro il marasma del quotidiano sopore democratico.

“…lontano/nelle città dove si massacrano i/ bambini a colpi di favole/ il rigagnolo dei pensieri che io sono/ via crucis/ con fermate a richiesta dove scende la notte.”

Niente è più realistico dell’assurdo, Mangone questo lo ha compreso e, consapevole del fatto che solo nella lotta si è vivi, cerca di trasmettere la propria visione – anti semiotica – di un mondo ‘parcheggiato’ in divieto di sosta da oramai troppi lustri.
Pare di comprendere, dai suoi versi, che il vero rivoluzionario sia l’antirivoluzionario, lungimirante nella prospettiva che pure la morte vada guadagnata in questa società dove non si produce più nulla, nemmeno parole.

“sfidare le cose
armarsi del proprio sangue
banale squisitezza del dolore
il dramma nel corpo che è la vita.”

La poesia come scoscendimento di questa matrioska di modelli che formano il pianeta per disinformarlo attraverso un linguaggio minimale e insignificante. Mi rendo conto di avere tra le mani un oggetto ‘violento’, ‘sovversivo’, ma infinitamente prezioso, forse il più prezioso tra tutte le cose che abitano questa casa. L’unica cosa che posso fare, ora, è donarlo, divulgare a chi voglio bene questo pensiero, ho avuto la fortuna di averlo e come dice un antico proverbio; tutto ciò che dai è tuo per sempre, tutto ciò che tieni è perduto. Carmine Mangone è un figlio delle stelle, un gladiatore di espressione, un risvegliato.Y

“un cazzo coronato di spine
il vuoto osceno della morte
faccio cucù agli imbecilli
e ai loro impacchi di spirito santo”

CARMINE MANGONE – INCASTRATO TRA FUOCO E LACRIME ( CITY LIGHTS ITALIA – 1998) in appendice: ANCHE IERI HO DIMENTICATO DI MORIRE - seconda edizione (1993) e NON DENTRO METAFORA - Parigi 1998 (feat. ANTONIO BERTOLI)

martedì 11 luglio 2023

Carmine Mangone

CARMINE MANGONE - NOSTRA POESIA DEI LUPI  (NAUTILUS 2022)



IL DISARMATO INCANTO DEL MANGONE 

 "Sono pronto. A fare cosa?" Carmine Mangone festeggia il mondo ogni giorno. Non sono io a dirlo, è lui a rispondere senza rime alla mancanza universale della materia, mancanza in quanto assenza dell'essenza. Carmine Mangone supera se stesso donando se stesso in questa breve, accattivante, risma autobiografica, perdonate le ripetizioni da me fatte poiché qualsiasi tentativo di approccio con il messaggio, dato da questo stato d'animo di natura, è stato vano e non ho avuto altro modo di declamare l'assoluto, se non reiterando la mia ammirazione. NOSTRA POESIA DEI LUPI rappresenta dunque l'assoluto, non ha bisogno di dimostrare nulla a chi legge, non usa condizionare lo stolto facendolo sentire astuto, si insinua tra i dubbi con la delicatezza che soltanto un bel culo sa avere. Carmine si confessa, pare non essere più incastrato tra fuoco e lacrime, sembra più maturo, più riflessivo, affronta l'argomento amore senza sfidarlo, lui e lui a confronto, un incontro speciale, a mente sveglia, con l'onirico, con un destino che (dice lui) non lo sopporta: mi sovviene, a tratti, l'aggrovigliante svolgimento di "C'era una volta in America", decapitare quel fantasma di carne che ci portiamo appresso. < Muore anche la morte/ nella violenza del seme.> E dal vangelo (questo libricino ha per me la stessa valenza cristiana) secondo Carmine, traspare la morte del senso di colpa, l'annientamento del moralismo, la regolata avventatezza assiepata dietro l'imprescindibilità della poesia, quando davanti al prodigio della natura appare inutile, priva di un Dio pregato, altolocata. Carmine usa la parola per sopperire alla parola, ha compreso che l'idea di un sole basta già a riscaldare anche se si è in piena tormenta, la materia, per Carmine, esiste solamente in funzione della fusione tra due anime: da questa fusione prende corpo la natura, in grado di vivere senza la nostra mano e di sopravvivere con 'l'aiuto' di essa. Quanto siamo piccoli quando pensiamo di poter governare l'amore ( o l'altro attraverso di esso) e quanto siamo, altresì, immensi quando lasciamo andare la nostra paura. Abbracciare tutto il possibile, questo ci insegna il Mangone rincasando per la strada di sempre e che non è mai la stessa: accarezzarci fino alla fine del mondo. Se non è poesia questa, questo libro non si chiama in nessun altro modo.

ENCICLOPEDIA DEL FAR NIENTE la crestomazia sbriciolata di un sé - Nota critica di FRANCA ALAIMO e quattro poesie controindicate.

  In genere le sezioni di un libro servono a sottolineare le diverse tappe tematiche del discorso. Ed, invece, in "Enciclopedia del far...