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domenica 31 agosto 2025

ENCICLOPEDIA DEL FAR NIENTE la crestomazia sbriciolata di un sé - Nota critica di FRANCA ALAIMO e quattro poesie controindicate.

 





In genere le sezioni di un libro servono a sottolineare le diverse tappe tematiche del discorso. Ed, invece, in "Enciclopedia del fare niente" di Luca Gamberini, esse segnano passaggi formali e di stile di notevole interesse. In questo senso la seconda sezione 'Versi in prosa' costituisce il passaggio da una poesia più classicamente atteggiata - nella prima sezione- ad un'altra influenzata dalla sperimentazione linguistica -nella terza-.
L'unità del tutto poggia, dunque, su un punto di vista che, suggerito dall'estroso e, a primo impatto, oscuro titolo, mi piace interpretare come il punto di arrivo di chi, avendo accumulato nel corso degli anni i più svariati saperi, si arrenda infine all'evidenza del nulla in cui tutto è destinato a cadere.
Anche la poesia, una sorta di fiume verbale che scorre e trascina con sé la vita, o, se si vuole, un' enciclopedia di cose ed immagini accumulate invano nella memoria, partecipa alla transitorietà, sebbene, come scrive Luigi De Luca, l'autore rincorra "ogni tanto l'idea di una via a lui intitolata, una via di campagna sterrata e nebbiosa, che in pochi calpestano e quasi nessuno sappia dove si trovi", sognando per sé stesso e la sua poesia un'eternità per quanto modesta.
Questa idea di eternità, per così dire campestre, si sposa, del resto, appieno con la riproposizione di uno stile di vita che ricorda quello del Petrarca "solo e pensoso nei più deserti campi", assillato dall'immagine della donna amata che non lo abbandona nemmeno in mezzo al tripudio primaverile della natura. Quest'ultima, fra l'altro, costituisce, la cornice in cui si iscrivono tutti i versi della prima sezione della silloge.
Natura, amore e morte si vengono a configurare, in buona sostanza, i temi intorno a cui, come in tanti altri autori della classicità, si svolge la silloge. La novità sta nella lingua, specie in quella sperimentata nei testi in prosa poetica, non solo per l' immissione di lemmi attinti ai più vari settori in un miscuglio di alto e basso, che parrebbe imitare le sfaccettature del dire e dell'essere, ma che soprattutto ricorre - ostacolando la piena comprensione- ora al deragliamento semantico, ora ad un accumulo onirico di immagini, ora ad un incontrollato, delirante flusso verbale. Sembra che solo questa sonorità possa riempire i vuoti, saziare la solitudine, commentare perfino, come uno scorrimento di sottotitoli, un'esistenza che afferra ovunque il vuoto. La donna amata è lontana, il passato appare come una voragine, il futuro una dimensione ignota e forse improbabile.
Eppure, mentre leggiamo i versi di Luca Gamberini, qualcosa di luminoso ci sorprende: la bellezza dei fiori, degli animali, la voce del mare e la sua vastità, un merlo che gli accarezza il buio, un "bicchiere colmo di luce": minime epifanie colte da uno sguardo che riconosce la bellezza e che per questo tanto più si addolora per la sostanza effimera di ogni cosa ed evento.
Non per nulla, lo stesso autore nella sua "Nota auto critica" (pag. 175/176) descrive la gioia di potere vedere, ora che non è più abbagliato dalle luci artificiali della città, "la notte illuminata solo da stelle, che meraviglia questo creato se privo di artificio". E aggiunge che da questa contemplazione gli viene la forza di alzarsi "e ricominciare a fare niente", ed io mi chiedo se, in fin dei conti, non si tratti dell'otium dei letterati di un tempo.

Franca Alaimo.

*****

Forse è troppo presto per invecchiarsi,
per indossare l'autunno al cotone.
Forse è solo una sera, nella quale
ti accorgi di avere sepolto le cose deluse
e non rimane altro da fare, nel giardino -
di un ospedale - dai fiori contusi e
dagli arti sfogliati. Forse, come un corpo
agitato in un'acqua tranquilla, una voglia è rimasta;
l'odore del legno sulla pelle destinata alla concia,
sale quanto basta, la nuova casa delle parole promesse
è quasi ultimata, l'ospedale svenuto all'intonaco,
l'acqua - ingrassata da risa di radici quasi spezzate -
a mangiarsi il margine di tutti i domani.
Fumeremo erba al sospiro, trascurando le foglie.

*****

Noi non abbiamo un Dio, siamo due perdenti che possono vincere soltanto insieme nella cura di quel che resta del giorno, nell'entusiasmo del poco che ci accomuna al dopo cena. Il nostro non saper crescere ha reso adulto il pensiero, ma la mano, l'occhio, il piede, tutto è rimasto fanciullo, come un ritorno nello spirito del luogo.

*****

Via Emilia

Eri brava a fare poesia
un talento indifeso
ti bastava guardarmi
dove non ero, confondermi
con i tuoi desideri, mentre
contavo mosche sui vetri.
Eri brava ma non eri tu
nemmeno noi ora si può
comprendere il significato
di questi abbandonati versi
come a vegliare un morto
autenticare una firma falsa.
Eri brava e forse ora
sei ancora meglio di
ciò che sei. Nei tuoi occhi
nuovi progetti di schiene
diritte e un dolore che non si
spezza, declive allo specchio.

*****

Si attendeva
il ritorno a casa della notte
con già pronte cento domande
di cristallo infrangibile
a l'espèttoro.
Si guardava
navigare i violini
gioiosi diluvi di brevettate vedove
all'insaputa di fedi incagliate.
Le finestre
ti fanno pensare all'ammirazione
per nebbie distratte dal rovistare del tasso
tra le insanguinate sponde
di lacerate labbra
tana di lupi
nei mattini di tormenta
al bosco grigiastro
che non vuole invecchiare
allo svolazzo
tra secche di gomma.
Ascoltando Chopin si dimena
la polvere incisa
nell'ortografia di una lingua
da far girare la testa
ad ali sfiancate
impeto di nere porte
infagottate parole di poeti scaduti
tra fiamme inadatte a sfornare il pane.

*****

Luca Gamberini è risorto nel 1967 a Bologna, si sa che ha rifiutato tutti i cookie e poco altro.

2008 Come un cane… con un cane (Montedit – Poesia) 

2013 Racconti per bambini adulti (Lettere Animate – Narrativa)

2016 Mi sgridi i piedi (Youcanprint – Poesia)

2018 Enciclopedia del far niente (96, rue de -La- Fontaine – Poesia)

2019 The best of (Youcanprint – Poesia – Narrativa – Aforismi)

2020 Manifesto dadaista pandemico (Nolabel - Poesia decoupage)

2022 Lo sguardo deluso degli specchi (Youcanprint - Poesia)

2023 Le mie poesie per te (Dearcity – Poesia)

2025 Atti di vandalismo culturale (Nolabel - Poesia clandestina)

2025 Memorie di un disoccupato mentale (Dearcity – Fannullologia)


ENCICLOPEDIA DEL FAR NIENTE la crestomazia sbriciolata di un sé - Nota critica di FRANCA ALAIMO e quattro poesie controindicate.

  In genere le sezioni di un libro servono a sottolineare le diverse tappe tematiche del discorso. Ed, invece, in "Enciclopedia del far...