Elena Milani LE RONDINI AL RITORNO
ESCO POCO DI TANIA – LA PAROLA LIBERATA DI TANIA
CHIMENTI
A lungo, a lungo – fin dall’infanzia, fin da quando ho ricordo di me stessa- mi è sembrato di voler essere amata. Adesso io so che non mi serve l’amore, mi serve la comprensione.) Questi versi di Marina Cvetaeva, più di qualsiasi altro verso dell'universo, descrivono il fare poesia di Tania Chimenti. Una peculiare saggezza quella di Tania, appresa dallo sguardo di una finestra fronte albero, illuminata da un’emozione che si fa immagine attraverso la parola coltivata nella lucidità di un dolore, al fine quasi amato come si ama un amore finito. E con il dolore, Chimenti, sembra instaurare un rapporto epistolare composto da versi di leggerezza profonda, corrisposti da disegni di solitudine, a tratti impalpabile per via della delicatezza con la quale si esprime la poeta barese. Abbracciami cielo è un vademecum per imparare a gestire la solitudine, Chimenti ci insegna che siamo tutti estranei a noi stessi fino a quando non veniamo a conoscenza di non essere ciò che crediamo di essere e solamente entrando nel raggio del trapasso possiamo finalmente ricondurci a noi stessi. Possiamo definire la poetica di Tania Chimenti come l’approcciarsi non a un verso libero ma a un verso liberato.
***
ESCO POCO DI TANA
Esco poco di tana
faccio parte di quelle creature
che vivono sottoterra.
A volte scelgo il soprassuolo
con l'entusiasmo e la paura
del detenuto a fine pena
e con lo stesso spaesamento
del ricoverato nel giorno delle sue dimissioni.
Scavo ad occhi chiusi fori dell'anima
gallerie che dall'infanzia
mi proiettano al futuro.
Di notte nel mio rifugio
incontro quelle creature
che al mattino
non hanno nessuno.
.
***
CAMPANA TIBETANA
Non chiedermi di amarti
se imponi confini.
Non sono brava nella geometria.
Sono una funzione che tende all’infinito.
Mi piacciono quei baci che
iniziano con la consonante
e finiscono con la vocale,
Anzi non finiscono
Spogliano con gli occhi i sogni.
Non ti ho detto, ad esempio,
che la tua lingua è un martello di seta,
e la mia bocca una campana tibetana.
Il mio sangue ascolta le tue vibrazioni.
***
NON CI SFIORIAMO PIÙ
Non ci sfioriamo più
l’età adulta segna la fine
di un tempo che non c’è,
ricordo antico
materia per déjà vu.
Ma se un giorno
questo fiume
mostrerà la dolcezza della fine,
io mi farò lambire
senza lasciare traccia in questo finire.
Planerò come il gufo,
soffice rumore
estinguersi con passione.
***
IL MIO ALBERO
Il mio albero ha fitte foglie rosse
si è vestito d'imprevisto
Dono in una mattina
ha bussato sul mio cuore
con tanti rintocchi quante le sue foglie
Subito cielo
a far scorta d'ossigeno
E terra a offrire
nuove radici
le nostre
***
Tania Chimenti è subentrata a Delhy Tejero il 10 ottobre,
alla vigilia delle Olimpiadi di Città del Messico. Abbracciami cielo (2023 WIP
Edizioni) è la sua opera prima. Ama il mare e la cassata.
Nessuno meglio di questo verso, di Claudio Lolli, credo sarebbe in grado di descrivere la poesia di Carmine Mangone, a mio modesto parere uno dei più grandi poeti viventi. “Incastrato tra fuoco e lacrime” è un capolavoro di lotta e resistenza, una silloge solitaria volta a schiantarsi contro il marasma del quotidiano sopore democratico.
“…lontano/nelle città dove si massacrano i/ bambini a colpi di favole/ il rigagnolo dei pensieri che io sono/ via crucis/ con fermate a richiesta dove scende la notte.”
Niente è più realistico dell’assurdo, Mangone questo lo ha compreso e, consapevole del fatto che solo nella lotta si è vivi, cerca di trasmettere la propria visione – anti semiotica – di un mondo ‘parcheggiato’ in divieto di sosta da oramai troppi lustri.
Pare di comprendere, dai suoi versi, che il vero rivoluzionario sia l’antirivoluzionario, lungimirante nella prospettiva che pure la morte vada guadagnata in questa società dove non si produce più nulla, nemmeno parole.
“sfidare le cose
armarsi del proprio sangue
banale squisitezza del dolore
il dramma nel corpo che è la vita.”
La poesia come scoscendimento di questa matrioska di modelli che formano il pianeta per disinformarlo attraverso un linguaggio minimale e insignificante. Mi rendo conto di avere tra le mani un oggetto ‘violento’, ‘sovversivo’, ma infinitamente prezioso, forse il più prezioso tra tutte le cose che abitano questa casa. L’unica cosa che posso fare, ora, è donarlo, divulgare a chi voglio bene questo pensiero, ho avuto la fortuna di averlo e come dice un antico proverbio; tutto ciò che dai è tuo per sempre, tutto ciò che tieni è perduto. Carmine Mangone è un figlio delle stelle, un gladiatore di espressione, un risvegliato.Y
“un cazzo coronato di spine
il vuoto osceno della morte
faccio cucù agli imbecilli
e ai loro impacchi di spirito santo”
CARMINE MANGONE – INCASTRATO TRA FUOCO E LACRIME ( CITY LIGHTS ITALIA – 1998) in appendice: ANCHE IERI HO DIMENTICATO DI MORIRE - seconda edizione (1993) e NON DENTRO METAFORA - Parigi 1998 (feat. ANTONIO BERTOLI)
UNA VIA DI USCITA DAL VACUO ESISTE
ROBERTO COTRONEO - In quest'alba dove ricomincia il tempo. (Metamorfosi Editore /2016)
COLLEZIONE PRIVATA - VI PORTO ALL'INTERNO DEL MUSEO CARTACEO DI ELISABETTA SANCINO (PUNTOACAPO EDITRICE)
In genere le sezioni di un libro servono a sottolineare le diverse tappe tematiche del discorso. Ed, invece, in "Enciclopedia del far...