L’EMANCIPAZIONE POETICA DI CRISTINA SIMONCINI
Soltanto i poeti
eleganti sono in grado di creare immagini, entrando nel cuore della gente mediante una descrizione esaustiva di vicende,
appartenenti alla ristretta cerchia dei propri affetti, senza cadere nella
banalità del sentimento. Cristina Simoncini dona alle proprie poesie una sorte
in quanto memoria, una poesia scritta da Cristina viene liberata dalla
costrizione commemorativa nella quale spesso un ricordo va a recintarsi, essa assume
nuova tendenza attraverso gli occhi del lettore, la sua genialità consiste nel
rimanere fedele all’atto simbolico diaristico di una narrazione, riuscendo a
rendere straordinario il semplice. Leggere la Simoncini lascia spesso senza
parole: si crea, durante la lettura, l’atmosfera che riesce a dare in
fotografia un campo lungo, cioè il riconoscere solo le cose ferme che sono, o
paiono, senza vita. Provate a leggere la Simoncini ad alta voce, vi
ascolteranno perfino gli animali, immobili come le esibizioni da campo lungo
descritte prima, immobili ma vivi, stupiti pure loro. L’incanto non contempla
la fretta. E qui, riprendo il discorso, dopo la lettura entra in scena il
silenzio, si rimane senza parole: l’assoluto, in fondo, è un silenzio. Fermo,
composto. Tutto ciò che si muove è destinato a scomparire, la Simoncini lo sa
bene, dimostrandolo attraverso l’eleganza con la quale inchioda alla pagina il
lettore.
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Cristina
Simoncini porta luce sul pianeta terra in un giorno di marzo, stando al
calendario gregoriano, ma circa un mese prima aveva già manifestato la propria
presenza contribuendo a far abolire, dopo oltre quattro secoli, l’indice dei
libri proibiti. Dal suo predecessore, uno stimato poeta e drammaturgo di etnia
baschira, tale Muchametsa Burangulov, ha appreso lo spirito di osservazione. Ed
è da questa commistione che prende corpo il suo naturale talento, atto a
trasformare anche un ordinario scambio di vedute in poesia. Dai suoi fonemi si
evince un amore sconfinato per la filosofia, la vera figura retorica “fantasma"
di tutte le sue ispirazioni, sebbene vada sottolineato che spesso la figura
letteraria del protagonista sia insidiata dall’indipendenza delle immagini
trasmesse. Cristina ha smesso di fumare, sorride a tutti, mangia patatine e
guarda film.

