mercoledì 12 luglio 2023

Elisabetta Sancino

 



COLLEZIONE PRIVATA - VI PORTO ALL'INTERNO DEL MUSEO CARTACEO DI ELISABETTA SANCINO (PUNTOACAPO EDITRICE)

Lo confesso, ho un debole per la Sancino poeta: di suo ho letto tutto quello che c'era da leggere, commenti sui social compresi, non poteva quindi mancare alla mia collezione privata questa silloge estrapolata dal suo genio e dalla sua conoscenza. Elisabetta adopera le parole come, penso, adopera il suo corpo per vivere: ciò che pensa è ciò che vive, ciò che vive è il suo sogno che le dà vita, tanto che il dipinto che ne scaturisce da questo gioco di parole è un bene prezioso per l'anima. Collezione privata sono sei libri in uno, di ciascun libro ogni poesia è composta da versi patriarcali, varie generazioni di fulgori incastonati tra loro ma liberi di farti viaggiare in una dimensione unica e irripetibile, fatta di realtà e immaginazione a specchiarsi vicendevolmente, quanto l'oggetto e il concetto. La Sancino entra nella mente, nel cuore, nella smobilitazione sregolata degli artisti che accompagnano da sempre il suo giornaliero, il suo onirico. Detto così pare facile e allo stesso tempo caotico, il mio dire, ma attenzione! La lettura di questo libro può frastornare, può farti sentire, una volta terminato il trip, diverso, immortale. Vero, gli immortali sono oramai tutti morti, rimangono giusto quelli che hanno avuto l'intuzione di approcciarsi alla scrittura della Sancino, entrando in contatto con l'influsso rilasciato dai versi dell'artista milanese. Io credo di essere stato, in passato, un allievo della Sancino, anche se le mie rappresentazioni figurate sono molto diverse dalle sue, ma il suo occhio che tutto vede e tutto ascolta, deve essersi benevolmente posato sul mio inchiostro in qualche vita precedente. La sua concreta forma di scrittura ricuce la distanza tra le varie epoche rappresentate dai dipinti facenti parte della silloge, non pare esserci divisione tra le diverse forme di pittura esposte nella Sancinoteca. Concludo questo mio pensiero, Elisabetta Sancino ha fondato un museo in grado di creare un forte legame tra poeta e "visitatore". Lasciatevi abbandonare e venite ad ammirare la COLLEZIONE PRIVATA di Elisabetta Sancino.



martedì 11 luglio 2023

Carmine Mangone

CARMINE MANGONE - NOSTRA POESIA DEI LUPI  (NAUTILUS 2022)



IL DISARMATO INCANTO DEL MANGONE 

 "Sono pronto. A fare cosa?" Carmine Mangone festeggia il mondo ogni giorno. Non sono io a dirlo, è lui a rispondere senza rime alla mancanza universale della materia, mancanza in quanto assenza dell'essenza. Carmine Mangone supera se stesso donando se stesso in questa breve, accattivante, risma autobiografica, perdonate le ripetizioni da me fatte poiché qualsiasi tentativo di approccio con il messaggio, dato da questo stato d'animo di natura, è stato vano e non ho avuto altro modo di declamare l'assoluto, se non reiterando la mia ammirazione. NOSTRA POESIA DEI LUPI rappresenta dunque l'assoluto, non ha bisogno di dimostrare nulla a chi legge, non usa condizionare lo stolto facendolo sentire astuto, si insinua tra i dubbi con la delicatezza che soltanto un bel culo sa avere. Carmine si confessa, pare non essere più incastrato tra fuoco e lacrime, sembra più maturo, più riflessivo, affronta l'argomento amore senza sfidarlo, lui e lui a confronto, un incontro speciale, a mente sveglia, con l'onirico, con un destino che (dice lui) non lo sopporta: mi sovviene, a tratti, l'aggrovigliante svolgimento di "C'era una volta in America", decapitare quel fantasma di carne che ci portiamo appresso. < Muore anche la morte/ nella violenza del seme.> E dal vangelo (questo libricino ha per me la stessa valenza cristiana) secondo Carmine, traspare la morte del senso di colpa, l'annientamento del moralismo, la regolata avventatezza assiepata dietro l'imprescindibilità della poesia, quando davanti al prodigio della natura appare inutile, priva di un Dio pregato, altolocata. Carmine usa la parola per sopperire alla parola, ha compreso che l'idea di un sole basta già a riscaldare anche se si è in piena tormenta, la materia, per Carmine, esiste solamente in funzione della fusione tra due anime: da questa fusione prende corpo la natura, in grado di vivere senza la nostra mano e di sopravvivere con 'l'aiuto' di essa. Quanto siamo piccoli quando pensiamo di poter governare l'amore ( o l'altro attraverso di esso) e quanto siamo, altresì, immensi quando lasciamo andare la nostra paura. Abbracciare tutto il possibile, questo ci insegna il Mangone rincasando per la strada di sempre e che non è mai la stessa: accarezzarci fino alla fine del mondo. Se non è poesia questa, questo libro non si chiama in nessun altro modo.

ENCICLOPEDIA DEL FAR NIENTE la crestomazia sbriciolata di un sé - Nota critica di FRANCA ALAIMO e quattro poesie controindicate.

  In genere le sezioni di un libro servono a sottolineare le diverse tappe tematiche del discorso. Ed, invece, in "Enciclopedia del far...