LA POETICA CHIASTICA DI ROMINA CAPO
Romina Capo è un poeta sparpagliato nell’’universo,
come le foglie: non riesco a trovarle una collocazione, un riferimento che mi
possa rimandare ad altri poeti, ad altri scrittori forse, qualcosa, ma lei non
fa solamente poesia, lei vive la poesia rimanendo fuori da tutto il resto.
Leggendo i suoi versi ho imparato che di un dolore rimane sempre addosso
l’odore, e questo è ciò che rimane della poesia di Romina una volta assimilata,
anche se, durante una prima lettura dei suoi testi, ho spesso rischiato la
banalità di cadere nel giudizio, dato che il ritmo imposto da Romina Capo si
compone di un personalissimo look e risulta molto accattivante una volta che vi
si riesce a entrare, a farne parte. Un linguaggio solido, già fin dalla sua
prima breve composizione, “NaÏve”, confermato poi con
“Appendici” -scaricabile gratuitamente online- Romina Capo sfoggia con maestria
assoluta la difficoltà primaria di questo tempo, consistente nel riuscire a
comunicare con il prossimo, a costruire relazioni che non siano solamente
didascalie. Capo sa adoperare in maniera efficace le parole, sebbene si noti
che non è assolutamente fatta per i giri di parole, lo si evince soprattutto
dal lato passionale, quando lo esprime, dove pare non essere mai in bilico,
dove tutto trema al cospetto del suo sguardo poetico. Praticità, legata a una
(poco) velata tristezza e a un intrigante erotismo, una malinconia meriniana
(se proprio devo citare un poeta) a dirigere il traffico di accadimenti. Testa
sempre alta: vive sugli alberi la poesia di Romina Capo, e ci guarda tutti.
Romina Capo è nata a Venezia, sotto il segno dello scorpione, il giorno prima di Camille Rose Garcia e il giorno dopo Dennis Kelly. Abita il mondo. Altro.
Romina Capo - NaÏve (2007 - IL FILO)
Romina Capo - Appendici (2010 - Clepsydra Edizioni)
Romina Capo & Carmine Mangone - Eroticardio (2018- Maldoror press)
Romina Capo & Carmine Mangone - Più cocciuti della morte ( 2023 - Ab imis)

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