LA POESIA TOTALITARIA DI VIVIANA VIVIANI, ESTRO A
PRIMA VISTA
Poi, si può dire che ognuno è bravo con le poesie
degli altri rivedute e corrette, di Viviana Viviani no, non si può dire. Lei è
capace, con le sue poesie, semplici, perentorie, inderogabili di estrarre il coniglio
dal cilindro dell’ambiguo, svelandolo con il cinismo e l’impudenza tipica della
bambina -per nulla- impazzita. Viviani è semplicemente Viviana,
non dà nulla per scontato, con lucida ironia si mostra, fragile, sferzante,
nuda come la donnina che vede passeggiare per strada e che poi all’improvviso
scompare dalla vista ma non dalla mente, perché Viviana è la voce di tutti noi,
di quello che siamo stati e abbiamo pensato almeno una volta nella vita e, attenzione,
tutto ciò potrebbe apparire ovvio ma non è affatto così: Viviana possiede il
tocco del fuoriclasse, di quelli che ne nasce uno (se va bene) per generazione.
Le poesie di Viviana Viviani prendono vita senza complicazioni psicologiche
dettate dalla necessità di trovare l’adatto, anzi, è proprio nell’inopportuno che
lei trova la pertinenza, è nella fragilità che riesce ad esprimere tutta la sua
potenza, senza timore alcuno di risultare inconsistente all’occhio intollerrante
di una nicchia che spesso ricerca l'anticonformismo attraverso l’eclatante, senza trovarne mai la quadra. Viviani, con la parola, evoca la presenza del
sentimento nell’attimo stesso in cui lo nega, sembra quasi volerci dire che l’unica
vita possibile da affrontare, al riparo, sia una morte giovane.
A CHE DARO' IL
TUO NOME
A che darò il
tuo nome?
Che cosa ti
assomiglia?
Forse a un
cane docile
per crederti
fedele
o a un gatto
bugiardo
per impazzire
a cercarlo,
la barca costa
troppo
e non so
navigare
e già in
troppi racconti
sei vittima o
assassino.
Se nulla ti
assomiglia
non resta che
una stella
a cui darò il
tuo nome
la comprerò in
offerta
da qualche
truffatore
la comprerò in
offerta
insieme a un
frullatore.
***
FINGO DI NON AMARTI
Fingo di non amarti
rispondo tardi
mi sento scaltra
se sbaglio apposta
il nome dell'altra
mostro indifferenza
distrazione e assenza
dico stiamo insieme
finché stiamo bene
viviamo il presente
senza promesse
sotto queste sciocchezze
da donna cresciuta
tengo nascosta
la bambina impazzita.
***
QUEL GIORNO
Solo ieri
rovesciavo formicai
lanciavo sassi
nel sole
facevo correre
cavalli in verticale
cucinavo a Ken
torte invisibili
mi nascondevo
dietro porte trasparenti
dalle maniglie
d’oro e di diamanti.
Poi non so
cosa accadde
come quando
attendi l'ebollizione
dell'acqua o
il sorgere del sole
fu solo un
momento di distrazione
dormivo con il
mio cane accanto
mi sveglia e
lui era di pezza
e tutti gli
altri giocattoli in soffitta.
Oggi ho una
casa e un'automobile
quando si
rompono le faccio aggiustare
mi sveglio
tutti i giorni sempre uguale
addebiti
accrediti cose da sbrigare
muovo i miei
cavalli tre più due
e compro
surgelati tre per due.
Oppure fu un
genio cattivo, iracondo
a scacciarmi
dal tempo infinito
dal centro del
mondo.
***
Viviana Viviani è nata a Ferrara, a poca distanza dal
Parco della luna. La leggenda narra che sia la figlia segreta, frutto di una
relazione musicopoetica, di Lucio Dalla e Wislawa Szymborska. Non parla il
polacco ma la sua biografia definitiva si chiamerà quasi certamente “25/1/74”
perché a modo suo è un’artista, accarezzata dal genio pure lei.






